Come raggiungere i propri obiettivi attraverso il mental training.

Mental coaching e definizione degli obiettivi sportivi.

È un lunedì mattina, sono le 7,45 e mi sto dirigendo verso il campo di tennis al coperto del circolo dove lavoro. Mi rendo subito conto che già qualcuno è dentro e sta colpendo palline. Appena entrato sento con voce squillante un caldo saluto, è Fausto. Io faccio altrettanto ricambiando il saluto, anche se ancora non mi sento così attivo. Non faccio in tempo a posare le mie cose che mi ritrovo Fausto al mio fianco che mi parla e mi dice: “Paolo, tra non molto inizierà il circuito Città di Roma”, (sarebbe il calendario dei tornei di tennis riservato alla categoria over), “e alla fine del prossimo anno voglio qualificarmi tra i primi 8”. Fausto ha superato i 70 anni (anche se ne dimostra almeno 10 di meno) e il suo pensiero è di partecipare alla categoria over 70. Fausto gioca a tennis da molti anni, ma solo lo scorso anno ha approcciato ai tornei e per lui è stato subito amore.

Come prima cosa gli ho chiesto: “Fausto, come fai a sapere ora che alla fine del prossimo anno potresti qualificarti tra i primi 8 partecipanti?”. Lui mi guarda con uno sguardo perso nel vuoto, mi accorgo che sta cercando una risposta che sembra non arrivare.

Allora gli chiedo per aiutarlo: “conosci già il livello dei primi 8 tennisti di quest’ultima stagione?” e lui dopo una breve riflessione mi risponde: “precisamente non so chi sono e che livello hanno, però so che ci sono diverse terze categorie”. A questo punto chiedo a Fausto, che se lui vuole raggiungere questo risultato deve fare due cose, una è fare una ricerca e capire chi sono i primi 8 e quale è il loro livello di gioco. Due: fare un confronto tra il loro livello gioco e il suo livello attuale.

Il ruolo del mental coach per costruire i tuoi obiettivi

Insomma, tutto questo per dirvi che quando programmiamo un obiettivo si deve seguire una sorta di protocollo, grazie il quale, ci indicherà quali tipo di azioni noi dobbiamo andare a fare per raggiungere la nostra meta.

In genere è il Mental Coach, il Coach Mentale o semplicemente il Coach Sportivo, che utilizzando vari strumenti tipo il “GROW”, possono aiutare il Coachee al raggiungimento del risultato tanto desiderato.

Nel coaching sportivo come mezzo operativo di lavoro si fa uso della domanda, tramite la quale si induce il Coachee a una discussa riflessione interna, grazie la quale porta a sua volta ad attingere alle proprie risorse interne. Se queste risorse non dovessero essere sufficienti a rispondere al quesito, allora il Mental Coach aiuterà il Coachee a ricercare l’informazione mancante al di fuori di sé. Quando avviene quest’ultimo passaggio, si dice che il Coachee sta ampliando le proprie mappe mentali o conoscenze personali.

Per esempio, quando ho chiesto a Fausto come avrebbe fatto a sapere di avere la possibilità di qualificarsi tra i primi 8 a fine anno, lui non aveva la risposta, ma fino a quel momento non ne era ancora consapevole, ora che gli ho posto il quesito, quello di capire chi sono questi giocatori e qual è il loro livello di gioco, Fausto sta prendendo una nuova consapevolezza di sé rispetto al mondo esterno che in questo caso sono i suoi 8 avversari. Nel momento in cui sentirà di ver raggiunto questa consapevolezza, Fausto avrà anche ampliato la sua mappa mentale.

Definire i propri obiettivi con un percorso di mental training.

Queste tipo di dinamiche mentali possono avvenire ogni giorno ma non sempre si concludono così come sta avvenendo al nostro amico Fausto, almeno che, qualcuno o qualcosa non faccia scattare uno stimolo riflessivo. Il compito di un preparatore è proprio questo.

Le domande che il mental coach pone, sono domande di meta-modello. Tramite una giusta sequenza di queste domande il Coachee tramite il preparatore mentale, prende conoscenza di come e quali sono le rappresentazioni mentali che egli ha del mondo. È grazie a questo lavoro che si può arrivare a definire un obiettivo.

Come definire i propri obiettivi nello sport.

Perché un obiettivo sia raggiungibile deve essere ben formato.

Ecco alcune regole per una buona formazione degli obiettivi.

  1. L’obiettivo deve essere formulato in positivo, l’inconscio non percepisce il negativo.
  2. le nostre rappresentazioni interne non sanno rappresentare il negativo; (un’esortazione del tipo “non cadere!” a livello di rappresentazione interna viene decodificata come “cadi”).
  3. L’obiettivo deve essere formulato in modo da essere verificabile concretamente.
  4. L’obiettivo deve essere acquisito e mantenuto dal soggetto – il raggiungimento dell’obiettivo deve collocarsi esclusivamente fra le possibilità del soggetto e rispondere al principio di realtà.
  5. L’obiettivo deve essere ecologico per il soggetto, cioè, non deve nuocere alla propria salute e a quella di terzi, inoltre non deve danneggiare l’ambiente.

Quindi per stabilire un obiettivo si deve stabilire con precisione quale deve essere, cosa si deve fare per raggiungerlo e come poterlo raggiungere. Una volta arrivati a questo punto si deve prendere l’impegno di trasformare ciò che è stato stabilito nella teoria e riprodurlo nella realtà. Anche questa parte richiede un lavoro di adattamento da parte del coachee che insieme al suo mental coach, dovranno apportare le eventuali correzioni sul processo di raggiungimento dell’obiettivo.

Se credevate che stabilire un obiettivo fosse una cosa semplice vi rispondo subito di no!! Stabilire un obiettivo ben formato può richiedere ore o (come spesso accade) anche giorni di lavoro.

Caro Fausto se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo ci dobbiamo veramente mettere sotto! Però, prova ad immaginare come ti sentirai quando lo vedrai raggiunto.

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